AUGURI PROPORZIONATI

31 Dicembre 2022

L’anno che 365 giorni fa era al posto di quello che sta arrivando sta per finire, e
tutti si sforzano di tirare fuori il lato positivo del momento, del frammento di vita che sta per lasciarci.


Cercherò di farlo anch’io, ma per quanti sforzi faccia, il lato che io vedo e vivo è l’ipotenusa di un triangolo retto che ha come altezza la somma dei sorrisi che ho ricevuto e volontariamente dato e ha come base la somma dei dolori che ho ricevuto e involontariamente dato.

La tiritera degli auguri prestampati è già cominciata, e sta inondando il mio telefono, quindi…

Tanti auguri!!!

A tutti.
A chi voglio bene, spesso senza che nemmeno io sappia perché.
A chi non mi vuole bene, spesso senza che nemmeno lui sappia perché.
A chi non mi vuole bene, sapendo io e lui certamente perché.
A chi mi vuole bene, a prescindere dai suoi e dai miei perché.

Tanti auguri!!!

Agli scrittori e a chi crede che imparando a memoria un dizionario si diventi scrittori. Grandi scrittori. Unici scrittori.
Agli artisti e a chi crede che studiando la storia dell’Arte si diventi artisti. Grandi artisti. Unici artisti.
Ai musicisti e a chi crede che chi suona la musica scritta da altri secoli prima diventi musicista. Grande musicista. Unico musicista.
Ai maestri vetrai di Murano e a chi, a chilometri di distanza e in altri stati, dice di produrre vetro di Murano, solo perché è stato in quest’isola per un breve periodo (per lui), o per un tempo troppo lungo (per me).

Tanti auguri!!!

A chi crede che l’Arte sia di tutti, a chi ritiene che tutti abbiano il diritto di mostrare il sé racchiuso in un’opera e a chi crede che l’Arte (la propria) debba essere sovvenzionata dallo Stato solo perché nessuno paga per venirla a vedere o ad ascoltare.

A chi è contento di ricevere tanti applausi ignoranti, a chi è contento di ricevere pochi applausi colti, a chi riceve applausi ignoranti e colti nel contempo. In fondo, non fa poi così tanto la differenza perché il suono è il medesimo.

A chi non è contento del numero di applausi, ignoranti e/o colti, che riceve e sfoga la sua rabbia sui tasti dalla tastiera di un pc collegato a internet piuttosto che in quella di uno strumento musicale collegato al pubblico (che non c’era, e se c’era dormiva).

Tanti auguri!!!

A chi fa teatro non aspettando Godot, ma il pubblico.
A chi fa mostre con opere mostruose.
A chi fa concerti sconcertanti solo per se stesso, aspettando che il proprio ego paghi il biglietto.
A chi ha i titoli, ma non fa testo.
A chi ipocritamente crede di essere l’unico depositario della verità (solo perché ha i titoli).
A chi vuole far dialogare il passato con il presente usando una lingua morta o parzialmente ferita da una dialettica biascicante e frammentata (la propria).
A chi ha tutti i tic (nervosi), ma non i tac (razionali).
A chi è cotto, e a chi manca “un bogio”.

Tanti auguri!!!

A chi da la colpa agli altri di essere quello che è.
A chi da la colpa agli altri di non essere ciò che lui desiderebbe essere.
A chi invece del merito mi dà la colpa del successo che ho e di quello che lui non ha, pensando che il riscontro del pubblico non sia potenzialmente infinito, ma una torta grafica dalle fette limitate.
(Carissimo/a/*: se non hai la fetta che ti aspettavi, forse gli ingredienti che hai messo al servizio del grande Chef che è il destino non sono sufficienti).

A chi mi ringrazia una volta per tutte. Alla fine, magari, dopo avermi prima massacrato.
A chi ringrazio ogni volta. Perchè non mi ha massacrato prima.

Tanti auguri!!!

A chi nella vita reale ferisce e nella vita virtuale finge di essere ferito.
A chi dice che la legge che vale per tutti non vale per uno (se stesso).
A chi non pensa mai “ma se tutti facessero come me?”
A chi si crede di fare discorsi profondi come oceani sulla pozzanghera di Facebook.

A chi canta sotto la pioggia. A chi si rifiuta di cantare sotto la pioggia. A chi pur di ascoltare noi che cantiamo sotto la pioggia resta ore in piedi sotto la pioggia. A chi pagherebbe pur di poter cantare sotto la pioggia in Piazza San Marco, a chi paga per permettere che tutti noi cantiamo sotto la pioggia in Piazza San Marco.

A chi c’è sempre, c’è sempre stato. A chi c’è solo quando ha voglia. A chi c’è solo perchè lo pago.
A chi quando non c’è si sente la differenza, a chi quando non c’è non si sente la differenza, anzi, e a chi quando c’è… non si sente la differenza.
A chi combatte per esserci, a chi c’è ma è come se non ci fosse. A chi c’è e tace. A chi non c’è e tace.
A chi c’è e dice grazie. A chi non c’è e dice grazie ugualmente.

Tanti auguri!!!
A chi mi augura ogni bene.
A chi mi augura ogni male.
A chi non vede l’ora che finisca.
A chi non vede l’ora che cominci.
A chi non vede l’ora che non smetta più.
A chi pensa che io sia infinito.


A chi non capisce niente, a chi capisce tutto.
Auguri. Perchè il 2023 sia proporzionato alla propria misura.
Proporzionato alla lunghezza dei propri cateti di merito, di talento, di generosità.

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